Parate nuziali, amori e miracoli nella nursery a luci rosa sull’acqua

pubblicato da L’Unione Sarda il 27 maggio 2011

Parate nuziali, amori e miracoli nella nursery a luci rosa sull’acqua


Molentargius. Fenicotteri. Gli ornitologi Helmar Schenk e Alessia Atzeni: “Un evento che avviene tra case e strade. Hanno colonizzato anche i basamenti dei tralicci dell’Enel”
Sa gent’arrubia nidifica a Cagliari e Quartu: dieci cose da sapere

Arrivano dalla Spagna, dalla Francia, dal Nord Africa. Attratti da un piccolo paradiso di canne e acqua – un tempo non lontano una grande fogna a cielo aperto – incuranti delle case che circondano lo stagno, delle auto che passano a poche decine di metri, dei rumori della civiltà dell’uomo. Si corteggiano, si lanciano in voli (spettacolari quelli notturni sulla città), occupano zolle di terra e fango emerse, vecchi argini che diventano nursery a luci rosa. Si stringono gli uni agli altri e mettono al mondo i loro piccoli, i pulli. Da quasi vent’anni – con qualche eccezione – i fenicotteri regalano a Cagliari e Quartu un miracolo naturalistico unico al mondo. Gent’arrubia, gente rossa. Thtti insieme, a formare una comunità dalle lunghe·zampe e dai colori smaglianti.
2 Quanti sono? Un esercito. Sono dappertutto, ogni angolo di Molentargius è colonizzato, condiviso ovviamente con altri inquilini, garzette, aironi, volpoche, anatre, cavalieri d’Italia, il pellicano che vola solitario tra i canneti. «Da una stima cautelare credo che ci siano da 2800 a 4000 coppie nidiftcanti. Insieme con gli uccelli che non si accoppiano, penso che oggi Molentargius sia popolato da 8-9 mila esemplari», dice l’oritologo Helmar Schenk, consulente del parco regionale. Tedesco di Salzwedel, Bassa Sassonia, Schenk anivò a Cagliari nel1964 grazie a uno scambio culturale fra università. Andò subito a Molentargius. «Era novembre, la città finiva in piazza Giovanni, oltre c’erano solo mandorli e attorno a viale Marconi la campagna era popolata da arbusti di salicornia: Lo stagno brulicava di migliaia di uccelli migratori ma c’era un solo fenicottero».
3 I trampolieri rosa sono fatti all’antica. Prima dell’accoppiamento si lanciano in voli e parate di corteggiamento. La sfilata nuziale è uno spettacolo. Maschi e femmine – senza distinzione di seso – passeggiano avanti e indietro, impettiti, battono le zampe, aprono le ali rosa e nere, muovono ritmicamente testa da una parte all’altra. Sembra una danza rituale, un ballo. Sarà spirito di campanile, ma gli scienziati spagnoli non hanno dubbi: i movimenti frenetici dei ballerini di flamenco sono figli, anche nel nome, di quell’elegante trampoliere (flamingo in inglese e in tedesco, flamant in francese, mentre if nostro bellissimo gent’arrubia arriva dall’Oristanese, nel Cagliaritano un tempo lo chiamavano mangoni).
4 Diciamo la verità: siamo così abituati a vederli che quasi non ci facciamo più caso. Eppure lo spettacolo nel bacino tra Cagliari e Quartu, fino a 10-15 anni fa era una grande fogna, è un caso unico al mondo Lo disse vent’anni fa Alan Johnson, uno dei più grandi esperti di fenicotteri al mondo; lo ripetono gli ornitologi internazionali in ogni occasione. Da nessuna parte i fenicotteri nidificano e popolano un’area di acqua e canne chiusa tra due città e 350 mila abitanti, lambita da strade percorse ogni giorno da migliaia di auto. «In Spagna, in Francia, in Turchia, in Africa nidi ficano in luoghi isolati, appartati lontani dalle città, non c’è al mondo un caso analogo a quello di Molentargius». spiega Alessia Atzeni, giovane naturalista del parco regionale nato nel 1999, una vita dedicata alla gente rossa, a studiare i migratori e ad accompagnare appassionati e scolaresche tra i canneti.
5 Il punto più spettacolare per ammirare il miracolo è in viale Europa, sul la terrazza della strada panoramica, che offre una visuale unica della nificazione. I genti arrubia sono proprio lì sotto, in migliaia, a corteggiarsi, a spiccare il volo, a covare le uova. Ci sono l’asse mediano, il frastuono delle auto, ma loro sono incuranti di tutto. Eppure basta un niente, un cane randagio per esempio, per farli fuggire in massa. Lo stagno colorato di rosa è uno spettacolo unico ma mal offerto ai visitatori. Spesso sulla panoramica si fermano i pullman con i turisti, che non trovano nessuno (neanche uno straccio di cartello) che possa raccontare il miracolo tra Cagliari e Quartu. Stesso discorso vale per via Colombo e viale Poetto: basterebbero alcune piazzole per le auto e modesti punti di osservazione in canne per ammirare uno dei paesaggi più straordinari del litorale. Domani e domenica l’Associazione per il parco installerà dalle 17 alle 20 cannochiali e binocoli in viale Europa: «Aiuteremo gli appassionati ad ammirare lo spettacolo, Molentargius è un parco che va raccontato e spiegato», osserva il presidente Vmcenzo Tiana.
6 L’eta dei fenicotteri non è più un mistero: gli anelli sulle zampe, con la data e il luogo di nascita, raccontano la loro storia, individuo per individuo. Questi infaticabili viaggiatori dei cieli vivono fino a 40 anni e oltre. Proprio a Molentargius nel ’97 fu avvistato un uccello morto con la data di nascita nell’anello di identificazione: era nato nel ’57 in Camargue. Nel bacino alle spalle del Poetto oggi trovano il loro cibo preferito, l’artemia salina, un piccolo crostaceo, e non corrono più il pericolo di restare fulminati sui cavi dell’alta tensione, spostati dall’Enel alcuni anni fa.
7 Non si può dire che coppie che si formano tra i canneti si dichiarino amore eterno, ma certo, durante la nidificazione, tra maschi e femmine si crea un forte legame. Una volta avvenuto l’accoppiamento (il maschio si poggia sulla femmina per pochi secondi, sbattendo ali, cloaca contro cloaca: così avviene il concepimento), i fenicotteri si alternano nella cova delle uova, che non vanno mai abbandonate. Senza distinzioni di ruoli, nutriranno il pulcino con una speciale secrezione – il latte dei fenicotteri – di cui sono provviste le ghiandole sia dei maschi sia delle femmine. Sarà cura del genitore di turno girare continuamente con il becco l’uovo – uno solo per coppia – per assicurare una omogenea distribuzione del calore. Una volta che il pulcino spiccherà il volo, a circa 75 giorni dalla nascita, la famiglia si dividerà. Quella dei gent’arrubia è una comunità fortemente solidale. «Quando nasceranno i piccoli – aggiunge Schenk – l’asilo nido sarà controllato da un piccolo gruppo di sorveglianti, il grosso della colonia sarà impegnato a procacciare il cibo».
8 In questi giorni tutto Molentargius è una grande sala parto (le prime nascite sono previste tra fine maggio e primi di giugno). I fenieotteri sono dappertutto, ma l’aspetto stupefacente è che stanno nidificando in ogni angolo. Nel vecchio argine del ’93, vicino all’asse mediano, a Cagliari, nella striscia di terra sul versante quartese. Hanno colonizzato perfino il grande argine a forma di esagono al centro del Bellarosa maggiore, ben visibile dalla panoramica di Monte Urpinu. «E l’aspetto più singolare, perché hanno occupato un argine di pietra, sconnesso. È incredibile come abbiano potuto costruire i nidi lì – osserva con una punta di sorpresa Alessia Atzeni – non è stato riscontrato un altro caso al mondo. Gli esperti sono sbalorditi anche perché alcune piccole colonie si sono sistemate nei basamenti in cemento armato che reggevano i grandi piloni dell’Enel, oggi circondati dalla sabbia: era stato il parco a chiedere che non venissero smantellati proprio per favorire la posa degli uccelli migratori».
9 Perché sono tornati così numerosi? Difficile dirlo. Le ragioni sono tante. Le condizioni del bacino quest’anno sono particolarmente favorevoli. Ha influito la sistemazione del canale di ls Arenas, che dal Bellarosa minore sfocia a Terramaini-Mammarranca: fino a pochi mesi fa dagli argini si riversavano liquami e acque. Conseguenza: le acque del bacino sono più pulite, ma soprattutto c’è una giusta proporzione tra acque salate e dolci (non bisogna dimenticare che Molentargius è la prima vasca di evaporazione delle saline), il livello è stato abbassato per evitare la sommersione dei nidi. Inoltre c’è una grande ricchezza di cibo, anche se i fenicotteri non disdegnano di andare a “pranzo” a Santa Gilla, due chilometri in linea d’aria. Insomma, grazie al sistema idrico sotto controllo, si è ripristinato il ciclo naturale, che ha creatt1 le condizioni migliori anche per la ripresa dell’attivita delle saline.
10 C’è volUta tanta fatica per trasformare il grande malato in un’area protetta. n maxi finanziamento di 120 miliardi di lire è del1988,la prima nidificazione del ’93, la nascita del parco del ’99. Per la svolta bisogna dire grazie ai fenicotteri e alla mobilitazione di associazioni e volontari. Non va dimenticato che fra i tanti progetti c’era anche la costruzione di una strada sopraelevata per attraversare 1400 ettari di bacino, qualcuno propose anche di aprire un varco lungo la spiaggia del Poetto e farci un porto. Ora per fortuna c’è il parco. Un parco particolare che racchiude anche case, pecore, cavalli, asini, cani, orti coltivati, il depuratore di Cagliari. Un’area protetta che deve occuparsi della protezione di un ambiente unico ma dovrebbe puntare con decisione anche a dare ai visitatori la possibilità di ammirare il miracolo di Molentargius. Per esempio, le torrette di osservazione costruite a 200 metri dai nidi non sono più agibili, pare per colpa dei vandali. Ma nessuno ha pensato a porvi rimedio. Però i gent’arrubia sono tornati. Hanno riaperto la loro nursery tra le canne. E come sempre è uno spettacolo da non perdere.

di LELLO CARAVANO