L’educazione ambientale presenta numerosi approcci metodologici e diversi obiettivi culturali. Il ventaglio delle proposte è molto ampio, va dalla semplice diffusione d’informazioni di tipo naturalistico allo sviluppo di nuovi comportamenti, fino all’impegno diretto e partecipato nella riqualificazione del proprio territorio. In particolare si pone come scopo la modificazione degli stili di vita degli individui, ma ciò richiede l’adesione personale ad un processo d’automodificazione.
L’educazione ambientale è un processo che dura tutta la vita, cosa si può fare a scuola?
A scuola si può innescarlo e favorire il suo sviluppo, e si possono creare le condizioni perché continui quando i ragazzi lasciano la scuola. I modi in cui si apprende sono altrettanto importanti dei contenuti che sono appresi, e determinano la motivazione e quindi l’adesione al processo d’automodificazione.

Gli scopi dell’educazione ambientale

• L’educazione ambientale coinvolge conoscenze, valori e comportamenti e mira a costruire la consapevolezza della coerenza tra l’agire e il sapere anche attraverso l’assunzione di responsabilità e la capacità di fare scelte.
• L’educazione ambientale ha come scopo quello di costruire una mentalità capace di pensare per relazioni, in una visione sistemica dell’ambiente, e di ispirare le proprie azioni al senso del limite.

Agenda 2030 

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I principi guida di chi fa educazione ambientale

da Conferenza intergovernamentale sulla EA UNESCO/UNEP Tblisi 1978

Tra gli altri:
• Considerare l’ambiente nella sua totalità, quello naturale e quello costruito, quello tecnologico e quello sociale;
• Avere un approccio interdisciplinare, attingendo dai contenuti specifici di ciascuna disciplina per costruire una prospettiva olistica ed equilibrata;
• Rendere possibile un ruolo attivo da parte degli studenti nel progettare le loro esperienze d’apprendimento e dare l’opportunità di prendere decisioni ed accettarne le conseguenze;
• Aiutare gli studenti a scoprire i sintomi e le cause reali dei problemi ambientali;
• Mettere in rilievo la complessità dei problemi ambientali e la conseguente esigenza di sviluppare un pensiero critico e le capacità di risolvere i problemi;
• Utilizzare ambienti d’apprendimento diversificati e una vasta gamma d’approcci educativi al processo d’insegnamento/apprendimento su e dell’ambiente, dando la dovuta importanza alle attività pratiche ed alle esperienze di prima mano;
• Promuovere il valore e la necessità della cooperazione a livello locale, nazionale ed internazionale nella prevenzione e soluzione dei problemi ambientali.

Il progetto didattico (educativo) di AGENDA 21

• Proposta alla conferenza di Rio de Janeiro nel 1990;
• Composta di 40 capitoli, l’AGENDA è un ambizioso programma per conseguire uno sviluppo sostenibile nel XXI Secolo;
• Il capitolo 36 riguarda l’EDUCAZIONE e la FORMAZIONE;
• Nella AGENDA è richiesto esplicitamente di orientare l’educazione ambientale verso la SOSTENIBILITÀ

Rapporto tra l’ambiente e didattica sull’ambiente

• Un primo livello è lo studio dell’ambiente. Il suo obiettivo è la conoscenza degli elementi, delle relazioni e dei meccanismi che lo caratterizzano; è questa un’attività che si esaurisce nello studio ecologico (inteso nel senso più ampio possibile) e che può svolgersi anche solo sui testi o nell’ambito di una sola disciplina.
• Un secondo livello è l’attività nell’ambiente. Qui ciò che conta è l’esperienza, l’elemento determinante è l’uscita da scuola, il lavoro sul campo, il contatto diretto con l’ambiente, la ricerca appunto nell’ambiente. L’aspetto cognitivo è ovviamente un momento importante, ma non esaurisce l’insieme delle opportunità formative. Diviene possibile, anche se non indispensabile, l’apporto interdisciplinare.
• Un terzo livello è l’attività per l’ambiente. Al centro dell’interesse sono i comportamenti, e conseguentemente i valori da cambiare ed i cambiamenti da proporre. Qui le attività di conoscenza e di contatto diretto con l’ambiente sono finalizzate ad una sua trasformazione.