Saline di Cagliari

La storia del Molentargius è inscindibilmente legata alle Saline, fonte di ricchezza economica per Cagliari ed elemento plasmante del territorio. L’impianto delle saline come oggi le conosciamo viene progettato ed eseguito a partire dal 1830 dai Piemontesi secondo logiche puramente commerciali: aumentare la produttività delle Saline.
Nel corso dei secoli la salina ha subito notevoli cambiamenti e ampliamenti, anche dopo il 1985 (anno in cui cessa la produzione del sale). Per facilitare la comprensione seguiamo uno schema riproducente l’attività delle saline prima della definitiva chiusura e dividiamo quindi l’area in due blocchi:

– i bacini evaporanti in cui l’acqua immessa evapora gradatamente

– le caselle salanti dove avviene la cristallizzazione del sale

L’acqua di mare viene prelevata da un’idrovora situata nella spiaggia del Poetto (vicino al vecchio Ospedale Marino) e convogliata lungo un lungo canale nello stagno di Molentargius (1a evaporazione). Da queste vasche l’acqua scende, per spinta naturale, attraverso un canale sino all’idrovora del Rollone che solleva l’acqua e la immette (tramite il Canale di alimentazione della Spiaggia) nei bacini della Spiaggia (2a e 3a evaporazione). Dal cul di sacco dello Stagno di Quartu (Margine Rosso) inizia il movimento delle acque da est verso le servitrici (depositi di acqua densa che veniva “servita” più volte alle caselle salanti) e al Rollone. Qui le pompe sollevavano l’acqua e, attraverso un canale alto di “servita, la immettevano nelle caselle salati in cui avviene l’ultima evaporazione e la cristallizazione del sale. Dopo la precipitazione del cloruro di sodio, le restanti acque madri vengono sollevate dal Rollone e inviate a Palamontis nei bacini di raccolta per la produzione di sali di magnesio. Infine, tramite l’idrovora di Palamontis le acque vengono convogliate nella Salina di La Palma per la lavorazione dei sali di potassio e successivamente all’impianto del Bromo (attività interrotte nel periodo post bellico). Da sottolineare che attorno agli anni ’60 la Salina di La Palma fu trasformata da salante in evaporante.