La spiaggia dimenticata chiede aiuto

pubblicato da Nuova Sardegna il 17 febbraio 2011

La spiaggia dimenticata chiede aiuto


Dall’emergenza traffico all’eterno problema dei parcheggi che non ci sono: è il fallimento della politica delle ultime amministrazioni comunali

CAGLIARI. Un aborto di ztl, qualche contenitore dove lasciare le cicche e poco altro. Pericolosi gli ultimi (dieci) anni per il Poetto: non è stato fatto nulla e comunque troppo poco per rilanciare la spiaggia dei cagliaritani. E adesso l’ennesimo stop al piano che doveva ridisegnare l’intero comparto (magari collegandolo al vicino parco di Molentargius) rischia di far slittare ancora la soluzione dei problemi. Quali? La lista è lunga, ci si può limitare all’evidente, a quello che è sotto gli occhi di quelli che ci vivono o che frequentano la spiaggia. Il nodo del traffico: basta una giornata di sole e la fila di auto dirette al Poetto si allunga dalla Monfenera all’ospedale Marino passando per il «tappo» di Marina Piccola. Che fine ha fatto la ztl del primo tratto di litorale? Valida a giorni alterni verrebbe voglia di dire tenendo conto delle volte che è stata applicata o no. Un fallimento: sono più gli automobilisti che eludono i divieti che quelli che li rispettano. Con il risulatto del caos assicurato, anche perchè di vigili urbani e dunque di controlli spesso non se ne vede l’ombra. La ztl va a singhiozzo. E la pedonalizzazione dell’intero litorale? Mai discussa. Andiamo avanti, c’è anche l’emergenza parcheggi. Non c’è mai stato un piano serio e tutti lasciano la macchina dove capita: esuarito presto i posti nello spiazzo davanti a Marina Piccola, vince il fai da te nelle strade dietro la spiaggia e alla fine si parcheggia anche davanti alla porta di casa dei residenti. Terzo nodo, la pulizia. D’inverno la spiaggia è come un enorme cassonetto dove si getta di tutto e di più, regno dei soliti maleducati che portano i cani a fare i loro bisogni. Sino a giugno inoltrato, resta tutto così, senza nemmeno un cestino per i rifiuti e quando il Comune si ricorda di fare le pulizie è già tropo tardi.
Le manutenzione delle strade del quartiere: disastrosa, con buche, trincee e avvallamenti assortiti, mentre di asfaltare non se ne parla proprio. La pulizia delle aiuole e la sistemazione della aree verdi? Un optional, quando arrivano i giardinieri del Comune i residenti mettono la bandiera alla finestra. Per non parlare del problema eternamente irrisolto per trovare un punto di incontro tra chi vorrebbe trasformare il Poetto in una sorta di parco divertimenti estivo a uso e chi da quelle parti ci abita tutto l’anno. La scorsa estate sono state state decine le chiamate alla polizia e le denunce per la musica ad alto volume e i rumori molesti mentre anche le aree attrezzate (si fa per dire) per concerti e festival di varia natura hanno mostrato tutta la loro inadeguatezza ad accogliere più di qualche migliaio di persone.
Tutti problemi sul tappeto, anche se volutamente si dimentica l’obbrobrio dell’ospedale Marino, un rudere che da vent’anni circa è quasi il simbolo dell’insipienza degli amministratori comunali e non solo. L’elenco delle cose da fare potrebbe concludersi però con l’Ippodromo, una «incompita» che grida vendetta. Auguri a chi dal prossimo maggio governerà la città.

di ANTONELLO DEIDDA